lunedì 9 luglio 2012

MINISTRO PER DUE MESI: IL RESOCONTO DELLA MIA ESPERIENZA DA MINISTRO DELL’AMBIENTE


Sono passati due mesi da quando la Young Ambassador Society mi ha inviato l'email attraverso la quale mi veniva comunicato ufficialmente di essere entrato a far parte della Delegazione italiana al G8&G20 Youth Summit 2012. A tre settimane dal ritorno di Washington DC è arrivato il momento di tirare le somme di questa breve ma intensa esperienza da giovane ministro dell’ambiente.

Questa di DC è stata la mia prima volta in una simulazione internazionale di un vertice e prima di partire, per Berlino (Europe’s Voice) e per Washington DC (G20), non vi nascondo che sono stato abbastanza teso. Alla vigilia del pre-summit europeo mi chiedevo cosa ci saremmo detti chiusi in una stanza per ore io e i “colleghi” di Germania, UK, Francia e UE. Dopo l’esperienza berlinese, la domanda era, invece, come venti ragazzi, provenienti da altrettanti Paesi, potessero trovare un accordo su temi complessi, come quelli ambientali, in pochi giorni di negoziazione. I dubbi su Berlino sono stati presto smentiti una volta seduti al tavolo: abbiamo avuto un sacco di cose da dirci, tant’è che le ore inizialmente previste per le negoziazioni non sono state sufficienti. Una volta in America, mi sono reso conto di come anche i dubbi sul G20 fossero infondati: venerdì 15 giugno alle ore 16.00, in un’aula della George Washington University, la commissione ambiente aveva già finito di redigere (a dispetto di molti altri comitati) il comunicato finale, approvandolo all’unanimità.
Un’altra “paura” era legata alle negoziazioni e alla mia inesperienza: come parlare? che comportamento avere? quali parole utilizzare per cercare di convincere gli altri delle mie idee? E’ stato fondamentale, per affrontare al meglio le negoziazioni, la redazione del Position Paper (il documento con cui si presentava la posizione dell’Italia sugli argomenti in discussione). Lo studio di documenti, le ricerche, gli incontri ai ministeri sono stati decisivi per avere le idee più chiare e argomentazioni più forti.

Le negoziazioni ci hanno permesso di redigere un comunicato finale che per quanto riguarda l’Ambiente è un buon compromesso tra le esigenze dei Paesi in via di sviluppo e la necessità di favorire una crescita “verde”.
I temi trattati sono stati diversi: diritto all’accesso all’acqua, water management, inquinamento marino, futuro dell’offerta energetica, urbanizzazione e prodotti “green”.
I delegati dei Paesi cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) hanno fatto fronte comune durante i negoziati. Anche il “blocco” europeo si è presentato unito su quasi tutti i punti in discussione, l’unica divergenza di opinioni la si è avuta sull’energia nucleare. Argomento che ha visto Italia, Germania e Regno Unito contrapposte alle idee dei delegati di Francia, USA e Cina.  Come potete leggere nel Final Communiqué si è trovato un accordo sulla necessità di avere regole più stringenti per la costruzione e la gestione di impianti nucleari.

Nonostante i temi discussi potessero essere causa di grandi divergenze tra i vari delegati, trovare il consensus non è stato molto difficile. Oggi si ha una coscienza maggiore delle problematiche ambientali, anche in Paesi, come la Cina o l’India, dove la popolazione e l’economia crescono a ritmo sostenuto. La difficoltà più grossa è ancora oggi prendere degli impegni vincolanti (che riguardano la riduzione delle emissioni di C02, la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’efficientemento energetico) da parte di grandi Paesi come gli USA, Cina e la Russia. Come delegati europei abbiamo provato a parlare di numeri, obiettivi, date ma nella maggior parte dei casi siamo stati fermati dagli altri delegati. Problema simile a quello che si è avuto nei giorni scorsi a Rio de Janeiro, dove l’accordo uscito dalle negoziazioni di Rio+20 non segnerà la svolta sperata verso un forte impegno di tutta la comunità internazionale per una crescita sostenibile.

A conclusione di Europe’s Voice, Claudia, la nostra addetta stampa, chiedeva ad ogni delegato di descrivere l’esperienza berlinese con un aggettivo, il primo che mi venne in mente fu “curiosa”.  Un’esperienza curiosa perché era la mia prima volta in un summit giovanile ed era la prima volta in cui mi trovavo a parlare di Water Governance e Green Growth con ragazzi di quattro nazioni diverse.  Se dovessi rispondere alla stessa domanda per descrivere l’esperienza USA e più in generale l’esperienza da giovane ministro, l’aggettivo che userei è UNICA.
Quella che ho vissuto insieme agli altri undici ragazzi della delegazione è stata un’ESPERIENZA UNICA:
UNICA perché ha permesso a centinaia di ragazzi di almeno venti Paesi diversi di incontrarsi per una settimana e dibattere su temi di grande attualità che interessano tutto il mondo;
UNICA per le persone che mi ha fatto incontrare. Ragazzi con mille esperienze diverse alle spalle (dal vincitore di una delle edizioni del Grande Fratello inglese, a una cantante pop russa, al genio della matematica indiano), creando così una rete di relazioni vastissima, che copre quasi tutto il mondo;
UNICA perché mi ha permesso di ampliare la mia conoscenza e di vedere le cose da diversi punti di vista;
UNICA perché è riuscita a produrre un documento di circa quaranta pagine, pieno di idee e proposte che, probabilmente non risolveranno i problemi del mondo, ma potranno essere d’aiuto per avere un presente e creare un futuro più equo e sostenibile;
UNICA perché mi ha dato la consapevolezza che “ la giusta strada per avere un futuro diverso sta nell'agire, non nel rimanere fermi.”


Sarà scontato, ma se si vuole un futuro diverso, un’Italia diversa, l’unico modo è parlare, proporre. Iniziative come gli Youth Summits sono un modo per dare voce ai ragazzi, aiutando a costruire una cittadinanza più consapevole e attiva. Spero che questo genere di manifestazioni possano diffondersi sempre di più nel nostro Paese, favorendo così l’emergere di nuove idee e soprattutto il tanto richiesto e sperato ricambio generazionale nelle nostre Istituzioni.

Giuseppe Tomaselli
Marta Castellani

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