venerdì 25 maggio 2012

Arab Spring e Minority Rights: la lunga notte del Foreign Affairs Committee al Summit EUrope's Voice 2012


Cari Amici di Yas,
sono Carmine Finelli, Ministro degli Esteri. A due settimane dal rientro in Italia vorrei rendervi partecipi delle mie impressioni sul Summit Europeo “EUrope’s Voice” svoltosi a Berlino. E’ stato davvero molto stimolante poter partecipare a un meeting del genere. Il motivo è semplice: l’alto grado di preparazione di tutti i delegati e la possibilità i confrontarsi su temi di grande rilevanza per la Comunità Internazionale mi ha permesso di apprendere molto sul modo di approcciare questi problemi e sulle tecniche di negoziazione, elemento per me molto importante visto che “da grande” vorrei negoziare per mestiere.








All’interno del Comitato Affari Esteri l’andamento dei colloqui è stato complicato da un atteggiamento poco collaborativo della delegata francese. La volontà di proporre sempre e comunque il punto d vista della Francia e i suoi sforzi per farlo accettare agli altri delegati ci hanno fatto perdere di vista le esigenze di collaborazione necessarie per pervenire a un comunicato finale coerente. E così ci siamo arroccati ognuno sulla propria posizione. A notte fonda, circa all’una del penultimo giorno, abbiamo modificato l’impostazione iniziando a cercare un compromesso, perfezionato la mattina dell’ultimo giorno, domenica 13 maggio, davanti a una spremuta d’arancia e una tazza di caffè. Ciononostante, le discussioni in seno al nostro comitato sono state molto proficue poiché ci hanno consentito di approfondire i temi in agenda dando indicazioni concrete per pervenire ad una reale soluzione. La Primavera Araba ha assorbito la maggior parte delle nostre energie. Valutando positivamente gli sviluppi democratici di Egitto e Tunisia abbiamo convenuto di appoggiare la transizione offrendo supporto finanziario ed il know-how necessario per completare efficacemente il processo. Nel pieno rispetto della sovranità nazionale, si è pensato di aprire i mercati dei paesi europei (e dell’Unione Europea in senso lato) e di inviare tecnici per sostenere il drafting costituzionale. La questione siriana, invece, ha richiesto discussioni più approfondite in virtù della dura repressione del governo contro i rivoluzionari. La forte condanna della repressione espressa dai delegati europei funge da anticamera per l’adozione di misure quali l’imposizione di sanzioni alla Siria sotto il Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite e l’adozione da parte dell’Assemblea Generale della risoluzione 377/1950 “Uniting for Peace”, per operare pressione sul Consiglio di Sicurezza alfine di superare lo stallo creatosi per i veti di Russia e Cina. Seppur poco praticati nella realtà, si tratta  di provvedimenti attuabili senza costi elevati.




Sul fronte dei diritti delle minoranze, altro macro-topic della Foreign Affairs Committee Agenda, ho riscontrato una maggiore facilità nel pervenire ad un accordo. Il forte accento sul ruolo della donna nei processi politici è un punto che mi appaga molto. Aumentare l’impegno femminile in tutti i settori della società è un obiettivo auspicabile per il futuro. Per questo si è deciso di proporre l’implementazione di iniziative delle Nazioni Unite sul tema e un rafforzamento della formazione per superare le ritrosie nel coinvolgimento delle donne sia in politica che nei settori dell’economia privata. Altri due temi trattati sono stati la protezione dei bambini in zone di guerra e nei campi profughi e i diritti della comunità LGBT. Sul primo tema si è creata un’ampia convergenza sulla condanna di ogni forma di violenza e sulla proibizione del lavoro minorile. Sul secondo, al contrario, la convergenza è stata meno ampia. Per l’Italia riconoscere i diritti della comunità LGBT è un punto di progresso civile ineludibile. Tuttavia, accordarsi per favorire il matrimonio come necessità per i singoli stati sembrava esulare dagli scopi del G8.  Ho comunque fortemente sostenuto l’idea facendo presente, però, che l’inserimento della parola “matrimonio” nel comunicato avrebbe potuto creare problemi. Il Committee dei Capi di Stato, difatti, ha successivamente ritenuto opportuno sostituire la parola “matrimonio” con “unione” non modificando la sostanza del nostro intervento ma rendendolo meno incisivo.








Nonostante le difficoltà il lavoro ha prodotto dei buoni risultati. I giovani, secondo me, devono riuscire a guardare aldilà dei propri governi suggerendo anche ovvietà non prese in considerazione. Devo ammettere che il nostro comitato (ma credo anche tutti gli altri) ha offerto una prospettiva del tutto nuova a quanti leggeranno il “Final Communique”.
Se dovessi, pertanto, dirvi qual è l’insegnamento che ho tratto da questo Summit posso sicuramente asserire di aver appreso a confrontarmi aprendo la mia mente e aver sperimentato un metodo efficace di negoziazione. Mescolando questi insegnamenti con la mia formazione, pratica e universitaria, credo di poter riuscire a essere maggiormente incisivo a Washington. Infine, aver trovato molti amici è l’aspetto più bello di tutta l’avventura. Credo davvero che a Washington ne vedremo delle belle…
Un caro saluto a tutti e… stay tuned!!

Scritto da: Carmine Finelli
Edito da: Marta Castellani

giovedì 24 maggio 2012

Y20 - Sustainable Development, Green Growth & Climate Change : una corsa contro il tempo!


Sono le ore 13 a Puebla quando si apre la prima sessione plenaria.


I buoni presupposti per una negoziazione composta e pacata presto vengono traditi dal fattore tempo che ci corre dietro, ma soprattutto dalla voglia di far valere le nostre idee. Quello che nasce come un discorso al caminetto presto si infuoca : ci sono tante e troppe forze pronte a far sentire le proprie proposte, tutte molto valide ma spesso incompatibili tra loro.

Da un lato abbiamo una Francia dal pugno di ferro, forte sostenitrice di un’armonizzazione internazionale sia sulla politica energetica, sia sul cambiamento climatico, sia addirittura sulla regolamentazione della flora e della fauna marina (quasi cercasse un’estensione della soprannazionalità europea in ambito G20!).
Dall’altro lato il Canada ha promosso dei punti che lasciano molto spazio alle imprese e alle scelte nazionali. Con il sostegno di una Russia, che per ovvie ragioni economiche (legate al forte settore energetico del Paese) , non può accettare una drastica limitazione della sovranità.


In questo caos, la posizione italiana, assieme a quella dell’Arabia Saudita, ha svolto il ruolo di ago della bilancia per cercare sia di rimanere fedele agli accordi europei, sia di non far prevalere le scelte unilaterali francesi lasciando sempre un margine di autonomia nazionale perché il consensus fosse poi garantito da tutti i Paesi.


Alla fine, alle negoziazioni hanno fatto seguito le nostre decisioni. Veniamo ad alcune delle proposte inserite definitivamente nel Final Communiqué :

Politiche fiscali come la tassazione su attività inquinanti a favore di un’efficienza energetica, utilizzo delle royalties derivanti da fonti non rinnovabili per programmi di ricerca e sviluppo nei paesi in via di sviluppo. Inoltre, è stata suggerita la nascita di programmi educativi volti a sviluppare una sensibilità verde.
Un discorso al caminetto in cui il carbone ha avuto un ruolo da protagonista, o forse meglio da antagonista. Abbiamo proposto una tassazione sulle industrie energetiche che sfruttano combustibili fossili nel processo produttivo,la cui base imponibile dovrà dipendere dal profitto dell’azienda.
L’accesso all’acqua potabile è stato un’altra priorità oltre che la promozione di ricerca e sviluppo per combattere gli sprechi di risorse e l’inquinamento idrico.
Infine, è stato fondamentale un accordo volto al rafforzamento della multilateral governance in termini ambientali, nonché la trasformazione dell’UNEP in UNEO che, ampliato di ruoli e competenze, dovrà includere quella costellazione di accordi che oggi aumentano costi e burocrazia.




Una cosa è certa : dare un valore aggiunto di colore “green” al termine “growth” non è una cosa semplice, specie in un periodo in cui la congiuntura economica globale si preoccupa del medio e non del lungo termine.


Tuttavia, se rinunciamo a definire la green growth come sinonimo di un ambientalismo obsoleto, possiamo cominciare a comprendere come delle politiche di sviluppo sostenibile non siano un fine ma un mezzo per implementare efficienza e produttività delle nostre imprese oltre che per garantire a noi un futuro più pulito.




Scritto da Natalia La Torre
Edito da Marta Castellani

lunedì 21 maggio 2012

YAS we can!


YAS we can!

Mai mi sarei aspettato, dopo le accese negoziazioni online, di raggiungere a Berlino un accordo cosi facilmente ed in soli quattro giorni.
Il mese precedente lo Europe's Voice, infatti, in cui la discussione ha preso forma virtualmente, ha visto venti giovani avanzare teorie e linee per rispondere agli attuali ostacoli ad un sano sviluppo. Seguire tutte le proposte non è stato facile: i post, quasi giornalieri, riempivano il mio indirizzo di posta, non permettendomi mai abbassare la guardia.
I toni sono stati accesi e diretti: ognuno cercava di presentare la propria posizione ed essere il più convincente possibile. Da subito si sono delineate simpatie e visioni condivise. Così come incertezze e opposizioni.
I temi toccati dal nostro commette, Development, sono questioni molto delicate e di ampio interesse: malnutrizione, governance, educazione, accesso all'acqua, salute. Discutere con venti ragazzi provenienti da ogni parte del mondo è stato, impegnativo e costruttivo, e lo sarà ancora di più una volta a Washington.

I topic inseriti nell'Agenda finale, e discussi a Berlino, sono stati Food Security e gestione degli aiuti per i paesi in via di sviluppo. Queste discussioni hanno avuto luogo in occasione del G4+1 Youth, EUrope's Voice.
Intorno ad un tavolo, con un sole tiepido che entrava dalle finestre della Humboldt-Viadrina University, il primo giorno ci ha visti definire i concetti chiave e i loro significati.
La sicurezza alimentare è certamente uno degli aspetti prementi quando si parla di sviluppo. Essa rappresenta, infatti, la disponibilità di risorse di cibo e la possibilità di accesso da parte delle comunità. Insieme ai delegati tedesco, inglese e della Commissione Europea, l'abbiamo considerata parte di un più ampio obiettivo da raggiungere, quello della Human Security. Il confronto, arricchito anche dai differenti background e interessi personali, è stato pieno e costruttivo. Tutti e quattro eravamo aperti e disposti al dialogo; c'è stata disponibilità all'ascolto e considerazione delle opinioni discordanti. Trovare strategie di risposta al problema della sovranità alimentare non è stato però cosa facile. Sono moltissimi gli aspetti da tenere in considerazione: economici, ambientali e culturali.
Abbiamo sottolineato il bisogno di ripensare ad una nuova agricoltura: dirigersi verso una produzione di piccola scala, facilitando l'accesso delle comunità locali alle terre coltivabili e assicurando mezzi di produzione sostenibili e sani. In una visione a lungo termine, e non solo per far fronte a possibili crisi (siccità, prolungata carestia, emergenze ambientali), l'idea delle riserve alimentari è stata individuata come concreta soluzione.
Nei giorni successivi il sole ha lasciato il posto alle nuvole e a qualche goccia di pioggia, ma le negoziazioni non si sono certo fermate. Infreddoliti, ma sempre propositivi, abbiamo cercato di capire come poter risolvere il problema degli aiuti ai paesi in via di sviluppo. Molto spesso questi aiuti, che si limitano a fondi o rifornimenti di primo soccorso, non rappresentano una soluzione, bensì rischiano di creare circoli di povertà e dipendenza dai quali è difficile uscire. Una maniera, dunque, di assicurare effetti positivi è quella di garantirne una corretta gestione. La trasparenza è senza dubbio la strada maestra da seguire, alla quale dobbiamo affiancare un dibattito globale che miri alla cooperazione tra diversi donors. Nuove forme di cooperazione (quali quelle tra stati in via di sviluppo, detta South-South), integrate da supporti pubblici, devono fare parte del modello di sviluppo del futuro.

Cartelloni pieni di termini e di frecce in ogni direzione sono il risultato visibile dei tre giorni di lavori. Ma quello che è uscito dalla Humboldt-Viadrina University è molto di più: è un accordo, una linea di pensiero comune tra noi delegati dei paesi europei. È un final communiqué che non è certo un punto di arrivo, quanto uno stimolo per continue riflessioni. Rappresenta l'impegno di alcuni giovani che credono che invertire la rotta sia ancora possibile. Negli States andremo con proposte vere, pronte ad essere rimesse in discussione, ma solide e in cui crediamo.
Ci salutiamo, dandoci appuntamento a Washington, con una stretta di mano: forte, convinta e di speranza.

Scritto da: Simone Tinelli
Edito da: Marta Castellani

EU's Voice 2012 secondo un Ministro di Giustizia: Libertà di Comunicazione 2.0; lotta al CyberCrime e cooperazione internazionale contro la criminalità organizzata


L’edizione 2012 dell’EU’s Voice è ormai giunta alla sua conclusione. Le negoziazioni svolte in questi tre giorni di una settimana di maggio, dal clima abbastanza incerto, presso la School of Government della Humboltd University di Berlino hanno sortito molteplici effetti. E' stata, infatti, un’occasione perfetta, unica ed irripetibile per consolidare il rapporto con tutti i componenti della delegazione nostrana, per apprendere le principali tecniche di negoziazione, nonché per conoscere, relazionare e confrontarsi con gli altri colleghi europei, aventi, ciascuno di loro, un particolare background sociale, politico e culturale.

Le conoscenze maturate durante questi incontri berlinesi hanno, dunque, consentito di realizzare, in seno a ciascuna Commissione, una posizione condivisa a livello europeo sui principali argomenti che saranno oggetto di discussione con gli altri colleghi internazionali in quel G8 & G20 Youth Summit: un evento che si svolgerà nella capitale americana, precisamente nella prestigiosa George Washington University.

Senza alcun indugio, però, si cercherà di delineare un breve, ma esaustivo riepilogo di quanto accaduto in questo EU’s Voice all’interno della Commissione Giustizia, di cui il sottoscritto è stato membro.

Con i colleghi Nicolas Juppilat (Francia) e Jozsef Varga (Europa) è stato instaurato un clima abbastanza pacifico, rilassante e gioviale: una situazione, questa, abbastanza inusuale ed utopistica per gli “addetti ai lavori” del ramo giuridico.

Sin dalle prime battute è stata affrontata la tematica della regolamentazione nazionale ed internazionale delle comunicazione. E’ stata, quindi, immediatamente involta l’attenzione sulle nuove forme di comunicazione elettronica e, in particolare, la rete Internet.
Attualmente, la Rete rappresenta un strumento straordinario all’interno del quale i singoli internauti possono comunicare tra loro, esprimere le proprie opinioni, informarsi su quanto accade nel mondo intero, espandere la propria ricchezza intellettuale e, infine, alimentare la loro creatività attraverso la realizzazione di nuove opere dell’ingegno.

Tutte queste operazioni sono realizzabili non solo istantaneamente, ma altresì sostenibili economicamente in maniera irrisoria. Alla base di una siffatta innovazione, al Diritto spetta il compito di garantire nella Rete tutte quelle libertà e quei diritti costituzionalmente rilevanti facenti capo ad ogni cittadino. Si deve, in buona sostanza, promuovere l’estensione ad Internet, da parte di ogni singolo Stato,  di diritti come quello di accesso alla cultura, all’informazione e libertà di pensiero, di parole, di espressione, come statuiti dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici. In tale contesto è stata altresì riconosciuta l’importanza della Società Civile, la quale è stata, per molti Governi, un fattore peculiare per la realizzazione di normative equilibrate e rispettose della posizione giuridica ed economica dei naviganti della Rete.

Si è, però, tenuto conto anche delle ipotesi in cui le comunicazioni elettroniche vengono utilizzate per perfezionare crimini penalmente rilevanti, come la frode, la pedopornografia ed il furto d’identità. Gli autori di simili reati, tuttavia, restano sovente impuniti in quanto celano la propria identità attraverso gli stessi sistemi informatici. Soltanto attraverso la predisposizione di misure condivise a livello internazionale, e non soltanto europee, come la creazione di un centro internazionale contro la criminalità informatica all’interno dell’INTERPOL, vi potrà essere una concreta possibilità di ridimensionare tale fenomeno. Ovviamente, tenendo in forte considerazione il diritto alla riservatezza dei dati personali di ogni singolo internauta, la cui tutela dipenderebbe dal bene, meritevole di tutela, potenzialmente leso dalle attività cyber-criminose.


Una simile valutazione è stata ponderata anche in merito al secondo argomento oggetto di discussione: la Criminalità organizzata transnazionale, intesa come quella specie di attività criminose (ad esempio, la tratta degli esseri umani, il contrabbando, il commercio di armi ed il terrorismo) che sono eseguite oltrepassando i confini nazionali, violando le leggi penali di almeno due diverse giurisdizioni.

In effetti, il fenomeno ha assunto una portata talmente elevata che potrebbe essere fronteggiato esclusivamente attraverso una corrispondente espansione internazionale delle leggi, delle autorità investigative e della giustizia penale, probabilmente raggiungibile attraverso la promozione di una ratifica universale della Convenzione contro la criminalità transnazionale ed i relativi Protocolli addizionali.


Insomma, in questi tre giorni sono circolate idee, riflessioni, critiche e proposte all’interno della Commissione (giovanile) di Giustizia. Ognuna di esse, ovviamente, avente natura costruttiva ed indispensabile per la buona riuscita dell’evento berlinese ossia quella di realizzare una linea comune ed europea che sarà presentate durante l’incontro finale a Washington D.C.

In quella sede si auspicherà di coinvolgere gli altri partecipanti alle tematiche già discusse, incentivandoli alla proposizione di ulteriori idee (anche correttive, perché no, delle precedenti), che avranno quale finalità precipua l’individuazione di soluzioni a tematiche di interesse universale.

A presto, su queste pagine, per gli aggiornamenti sugli sviluppi di questa Commissione e di tutte le altre!

Scritto da Fabrizio Ventriglia

Edito da Marta Castellani

Y20 – Financial Inclusion & Economic Stabilisation

Notizie economiche dal Messico

Una commissione, quella della Financial Inclusion & Economic Stabilisation, piena di contraddizioni e differenti visioni, ma caratterizzata anche da spirito di sacrificio al fine del raggiungimento di uno scopo comune. I diversi punti di vista, infatti, sono riusciti a convergere verso l’unico obiettivo condiviso da tutti: la crescita.


Principio ispiratore dell’intero documento è stato il corretto ricollocamento della finanza all’interno della sfera economica. Secondo i giovani del mondo seduti attorno al tavolo di negoziazione, la finanza è, e deve tornare ad essere, uno strumento ed un mezzo per la crescita, uno strumento cruciale, certo, ma pur sempre uno strumento.

Con questa premessa di base i delegati, guidati dalla pattuglia italo-tedesca, hanno concordato una serie di decisioni che potessero rappresentare un soddisfacente trade off per tutti:

• Stabilizzazione dei mercati di commodities, in particolare alimentari;

• Maggiore trasparenza su ogni operazione finanziaria;

• Tobin Tax, tassa sulle transazioni finanziarie;

• Contrasto ai paradisi fiscali;

• Istituzione di un’indipendente e credibile agenzia di rating per debiti sovrani, sotto l’egida delle istituzioni internazionali;

• Costruzione di un framework per lo scambio bilaterale di valuta e un parallelo abbandono di politiche monetarie di accumulo di valuta forte;

• Sviluppo e progresso, con particolare attenzione per le piccole e medie imprese;

• Green growth.



Parallelamente al cruciale tema della stabilizzazione economica si è discusso di inclusione finanziaria e della sua importanza per un organico e completo sviluppo mondiale. I "venti" hanno ribadito la centralità dell’argomento mettendo al centro delle loro decisioni l’educazione finanziaria e la rilevanza sociale che questi tipi di progetti devono avere, sottolineando come ampliare l’accesso a basici servizi finanziari possa fungere da volano per la crescita in molti stati tuttora in via di sviluppo.

Alla fine dei tre giorni ogni delegazione ha espresso la sua soddisfazione per le decisioni prese, ribandendo con forza il vero cuore del summit: finance for development, not for exploitation.


Scritto da Giorgio Giuliani

Edito da Marta Castellani

giovedì 17 maggio 2012

Youth 20, Mexico: Idee Giovani.



Luca Bovone, Cinzia Bianco, Alberta Pelino, Giorgio Giuliani, Andrea Fatale, Mariacristina Paolozzi, Natalia la Torre, tra i 20 e i 25 anni, provenienti da tutti Italia con background diversi, sopratutto di politica ed economia internazionale e diverse esperienze aggiunte che gli danno qualità e professionalità. Questi sono i nomi dei Delegati che hanno preso parte a Y20, side event ufficiale organizzato dalla Presidenza del G20, il Governo Messicano, in collaborazione con Ambasciate e Ministeri degli Esteri di tutti i paesi del G20. (http://g20mexico.org/index.php/en/y20-mexico-youth-forums )

I ragazzi sono stati infatti selezionati dal Ministero degli Esteri, su segnalazione di Young Ambassadors Society, che aveva previsto una modalità di selezione tramite domande mirate e analisi dei loro Curricula Vitae. Y20 México si è svolto dal 9 all’11 Maggio nella città di Puebla, Messico. I giovani delegati si sono divisi in Working Groups per discutere i temi principali del G-20, tra cui
International Trade, Youth Employment, Economic Stabilization and Financial Inclusion, Green Growth, Food Security, The future of the G20, Global Governance.

Delegazione Italiana a Y20: da sinistra Natalia LAtorre, Cinzia Bianco, Andrea Fatale, Alberta Pelino, Giorgio Giuliani, Mariacristina Paolozzi, Luca Bovone. Courtesy of Patrick Wei and Youth Diplomacy.

In ognuno di questi gruppi hanno creato un documento finale (Puebla Agreement) consegnato al Presidente Felipe Calderòn Hijonosa nella sua residenza ufficiale di Los Pinos, l’11 Maggio. Questo documento consultabile sul sito ufficiale del G20, al link http://www.g20.org/images/stories/docs/y20/y20puebla.pdf sarà poi dato in consegna ai Leaders mondiali che si riuniranno in Giugno per il G20 di Los Cabos.

Il momento della consegna del Puebla Agreement al Presidente del G20 Calderòn.
 

I nostri ragazzi si sono distinti con proposte innovative quali:

Gruppo Financial Inclusions and Economic Stability: Ridare alla finanza il suo status di strumento, non fine dell’economia. Incrementare l’ educazione e l’accesso ai servizi finanziari, con un occhio di riguardo ai giovani, alle classi più deboli alle piccole imprese o start-up. Aumento della competizione tra le Agenzie di Rating e la possibilità di porle sotto l’egida di Organizzazioni Internazionali, per prevenire attività speculative dannose per i mercati. Una regolamentazione più lungimirante, azione decisa contro i paradisi fiscali, l’introduzione della Tobin Tax come sistema di finanziamento della Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo.

Gruppo Impiego Giovanile: Concreti strumenti dei governi per incentivare l’assunzione dei giovani e l’imprenditoria giovanile, un nuovo modello per le istituzioni educative, più orientato al mondo del lavoro, maggiori garanzie di welfare per i giovani, finanziate dalla stretta decisa sull’economia informale.

Il gruppo sul Commercio Internazionale, ha previsto un mix di regolamentazioni e liberalizzazioni, assieme ad un grande sfida, quella al concetto di “Paese in via di sviluppo” e ai conseguenti benefici che ne derivino. Tutte le loro raccomandazioni ruotano attorno ad un nuovo concetto di cooperazione che veda Developed, Developing ed Emerging coinvolti in un meccanismo nuovo.

Il gruppo di lavoro International Trade, a destra le delegata italiana Cinzia Bianco
Il gruppo sulla Sicurezza Alimentare, chiama in causa le Agenzie Internazionali (Food and Agriculture Organization, World Food Program) chiedendo una maggiore trasparenza  e information sharing. Inoltre l’attenzione è sui diritti degli agricoltori, la necessità di aumentare l’utilizzo degli agrofuels ma anche di un maggiore iniziativa di organizzazioni regionali, e, a livello nazionale, partnership multi-settore per impedire la fluttuazione dei prezzi sulle commodities.

I gruppi Futuro del G20 e Governance Globale chiedono una rinnovata enfasi sullo sviluppo sostenibile, da ottenersi con un diretto coinvolgimento del settore privato, quali le imprese sociali. Inoltre si definisce la povertà “intollerabile nel XXI secolo”. Si pone poi l’accento su una maggiore inclusione del continente Africano, proponendo L’Unione Africana come osservatore permanente, e sulla necessità di rendere il G20 più trasparente possibile verso l’esterno e assicurare la continuità dei risultati ottenuti nei Summit precedenti, pur mantenendo la sua caratteristica informalità.

Il gruppo Crescita Verde, sfida i nostri sistemi economici alla base, chiedendo la graduale eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili, per spostare risorse sull’incentivo delle rinnovabili, e tassare emissioni e profitti delle compagnie energetiche per finanziare la ricerca. Promuovere l’industria ecologica, in cui gli scarti industriali sono riutilizzabili da altre industrie. Per quanto riguarda la gestione dell’acqua invece, il gruppo propone un coordinamento della densità abitativa con supporto delle Nazioni Unite .

I Delegati si erano preparati alla loro avventure, grazie ad un confronto fondamentale con le istituzioni italiane, le quali hanno dimostrato una grande disponibilità e apertura al dialogo, e un costante supporto. In primis il Consigliere Francesco Leone e il Dott. Enrico Berti, della Direzione Generale per la Mondializzazione e le Questioni Globali (Processi G8 /G20), Ministero Affari Esteri e il Dott. Filippo Giansante, Dirigente dell’ Ufficio Preparazione dei lavori dei gruppi governativi informali, inclusi G8 e G20, e attività connesse, presso il Ministero dell'Economia e della Finanza. Successivamente hanno incontrato Stefano Marguccio, della Rappresentanza Permenante dell’Italia presso le Nazioni Unite e, per chiudere in grande stile, lo Sherpa Italiano, Ambasciatore Pasquale Terracciano.


I Delegati per Y20 e G8&G20 Youth Summits al Ministero degli Esteri, con il Dott. Giansante.


Non è mai superfluo reiterare quali, a lungo e breve termine, sono gli effetti di eventi come questi. Innanzitutto sono testimoni di una gioventù preparata, attenta, partecipe e vigile sull’operato dei propri governi e delle istituzioni internazionali. Già questo rappresenta un elemento di novità, che non può non influire sui processi decisionali. Ma l’elemento che più colpisce, è stare a contatto con centinaia di giovani che credono fermamente alla necessità di superare interessi nazionali e individuali poichè sono cresciuti e ancora stanno crescendo in una comunità globale, e già quasi sono cittadini del mondo. 

Quali cambiamenti ci aspettano in un mondo dove uomini e donne come loro saranno i leaders?






Scritto da Cinzia Bianco.


Sito: www.youngambassadorsociety.org
Email: info@youngambassadorsociety.org
Facebook: Young Ambassadors Society





mercoledì 16 maggio 2012

Piccoli Grandi Sogni Crescono


Ciao a tutti,
sono Caterina e rappresento il Ministro della Difesa  italiano al G8 & G20 Youth Summit 2012.
Chi mi conosce, sa bene che Berlino era la meta che aspettavo di visitare da tanto e la mia contentezza di andarci per il pre summit del G8 era incontenibile. 
Le ore spese fino a tardi a negoziare non mi hanno permesso di visitare la città come avrei voluto, ma quelle notturne mi sono bastate per assaporarne l'essenza. 
Il pre Summit è andato benissimo!!!! Noi ragazzi eravamo tutti carichi e pieni di energia, anche se con poche ore di sonno. Mi è particolarmente piaciuta l'idea di condivisone che c'è stata tra di noi delegati italiani, il chiedersi cosa ne pensavamo su certe scelte piuttosto di altre, anche se consapevoli che non era la nostra materia. Durante un break ho avuto una conversazione molto breve, ma bella con il Ministro dell'Economia Francesca su come poter ridurre il traffico di droga in Afghanistan.    
Mi sono accorta in quel caso di quanto le nostre conoscenze potessero essere utili per arrivare a soluzioni migliori e a proposte più brillanti. Con i Ministri della difesa di Francia, UK e Germania  abbiamo parlato per ore su come poter ridurre il commercio di droga, in particolare di oppio, ma ogni nostra proposta veniva smantellata dalle realtà ormai troppo radicate nel territorio. Questo punto mi è stato utile per comprendere le difficoltà che ci sono in termini internazionali e diplomatici per sconfiggere situazioni di dissenso comunitario, e per ribadire l'importanza della cooperazione tra noi Ministri. L'insieme delle nostre conoscenze mi hanno fatto analizzare il problema da un punto di vista totalmente diverso da quello della sicurezza, ed è questo quello che io chiamo "arricchire il bagaglio".

Dopo il primo giorno di formalità, il secondo avevo già preso confidenza con gli altri Ministri della Difesa e non abbiamo avuto alcun tipo di problema nel dialogo. I nostri diversi background sono stati necessari per delineare un quadro ben definito degli argomenti in agenda. Sono stata soddisfatta della joint position della Difesa, enfatizzata dal "patto di coesione" che dovremmo mantenere in sede americana. ll nostro obiettivo è quello di rimanere uniti e di portare avanti le proposte europee raggiunte a Berlino.
Oltre all'aspetto lavorativo, Berlino è stata l'occasione per viaggiare, conoscere persone nuove e sviluppare un senso di -insieme- che è un principio in cui credo molto.

Se avete domande, commenti, suggerimenti in merito alla questione missilistica, all'Afghanistan e alla Sicurezza marittima, sarei molto contenta di poter rappresentare con voce tutte le idee e le riflessioni dei giovani italiani, vero scopo del G8 & G20 Youth Summit.

With love,

CB.

martedì 15 maggio 2012

Europe’s voice: alla fine accordo raggiunto


Trattative estenuanti e consegna del Final Comuniquè al fotofinish ma l’accordo europeo, alla fine, viene raggiunto.  È questa la fotografia di Europe’s voice, il pre-summit  tra le delegazioni europee che, fra meno di un mese, prenderanno parte al G8 & G20 Youth Summits di Washington.  Di intesa, si può parlare, almeno sui punti di discussione più importanti, a partire dalla proposta di scudo missilistico europeo, avanzata dalla Nato, che tanto fa agitare la Russia.
Al vertice di Berlino i giovani “ministri”, concordando sulla necessità di recuperare il dialogo tra le due parti per l’interesse di tutte le nazioni del G8, hanno ribadito l’importanza della costruzione dello scudo. Obiettivo: proteggere tutti i popoli europei della NATO, il loro territorio e le loro forze, esigenza vitale in un momento in cui l'Iran ha mostrato l'intenzione di procurarsi armi nucleari e un programma per missili a medio raggio.

Il Medioriente attira le attenzioni anche degli Affari Esteri: i delegati europei hanno fermamente condannato le modalità con cui il governo siriano sta gestendo la rivolta e chiedono che questo attui immediatamente i suoi impegni internazionali (risoluzione 2043, Piano Annan). Tra le materie di discussione anche i diritti delle minoranze. In particolare è stato espressamente sottolineato che tutti i governi devono riconoscere legalmente le unioni tra persone dello stesso sesso e consenzienti.

Nell’ambiente, sezione in cui si concentrano aspettative di cambiamento, i delegati europei hanno rafforzato l’impegno per la progressiva eliminazione, entro il 2020, delle sovvenzioni per i combustibili fossili. In linea con l’obiettivo sulla riduzione delle emissioni di CO2, è stato inoltre proposta l’idea di tassare gli stati inadempienti per un importo proporzionale al superamento del limite.
Nuovi modelli di crescita e valide garanzie di food security sono state  presentate dal “ministero” dello Svilppo: il progetto fa leva sulle capacità locali. La creazione di riserve permanenti sostenibili alimentari locali viene ritenuto infatti un valido strumento di lotta alla povertà: queste scorte non sono la risposta alle crisi di emergenza, ma sono soluzioni a lungo termine per garantire una produzione alimentare continua. Nei paesi in via di sviluppo, le riserve alimentari possono creare opportunità di lavoro e rappresentano approvvigionamenti alimentari permanenti. Concretamente i giovani rappresentanti europei intendono quindi creare un campo collettivo nei villaggi rurali, dove ogni famiglia cresce diverse colture, garantendo un sistema di sussistenza; il cibo fornito dal campo verrà poi stoccato in riserve di cibo locali.

Queste e le altre proposte ministeriali sono state, alla fine, approvate per consensus dai capi di Stato, autori del documento finale: tra le loro iniziative personali, gli  “Head of State” hanno inoltre discusso riguardo la definizione dei rischi sulla sicurezza globale per una società florida. Su questo punto però le parti non sono riuscite ad incontrarsi su un terreno condiviso: la questione è stata quindi rimandata al vertice di Washington. Non ci resta che attendere il grande incontro!



Per rimanere costantemente aggiornato sulle attività della delegazione, al G8 & G20 Youth Summit 2012, visita il sito http://www.youngambassadorsociety.org!

Seguici anche su Facebook per rimanere costantemente aggiornato: "Italian Delegation for the G8 & G20 Youth Summits" e "Young Ambassadors Society".
Scritto da Claudia Vanni

  Edito da Marta Castellani

domenica 13 maggio 2012

Quando il gioco si fa duro, le delegazioni fanno notte fonda!



La fase di confronto serrato è iniziata: le negoziazioni entrano nel vivo del loro sviluppo e questo per alcuni delegati si è tradotto in una discussione prolungatasi fino a tarda notte. Ieri sera la maggior parte dei giovani ministri sono infatti rimasti seduti al tavolo delle trattative, blindandosi nelle aule almeno fino al rintocco della mezzanotte: ovviamente nemmeno il richiamo alla fuga di Cenerentola è valso a distogliere i ragazzi dal loro impegno. Questa non è una favola; come ci siamo più volte ricordati, questa non è una simulazione: “it’s not a game!”.

Durante la fase finale della giornata mi sono divertita a sbirciare i nostri delegati, con già sostanziose ore di lavoro sulle spalle, ancora all’opera.

Negli spazi riservati al ministero dell’ambiente, i decibel sono elevati: voci ben scandite e toni vivaci, a partire dal nostro delegato Giuseppe Tomaselli. Atmosfera silenziosa e riflessiva nella stanza del ministero Giustizia: l’inclinazione caratteriale di Fabrizio Ventriglia si accorda con il clima; lo osservo mentre si porta la mano alla bocca, accarezzandosi il mento con sguardo pensante.
Dinamica e attiva Zana Nanic, nel ruolo di Sherpa sa comunicare efficacemente con i capi di Stato; la sua sicurezza e la buona padronanza della lingua inglese le permettono di sentirsi appropriata in ogni situazione.
Carmine Finelli non cede di fronte all’atteggiamento intransigente della controparte: disponibile e corretto, non intende sacrificare la tutela del proprio Paese, seppur non trascurando l’esigenza di mediazione e condivisione.


Discussione partecipata nella stanza della Finanza: Lorenzo Bettini mostra sguardo ancora attento, braccia conserte e gambe distese.Lo caratterizzano i silenzi durante l’esposizione delle tesi dei suoi interlocutori; questi anticipano il proprio intervento mirato, che puntualmente sguainerà. Francesca Carta invece tiene animata l’aula economica: il suo sorriso e la sua esposizione accalorata sono una potente arma, da maneggiare con cura durante la trattativa.

Nell’aula dei ministri della Difesa, Caterina Bologni può mettere la propria esperienza diplomatica al servizio dell’intera delegazione: le conoscenze delle linee guida di istituzioni, trattati e rapporti le da padronanza nel confronto. Voce forte e toni squillanti si relaziona con umiltà e buona disposizione. Pacatezza e preparazione è invece il binomio che caratterizza Simone Tinelli; nel reparto Sviluppo, le conoscenze del delegato italiano sono la base della buona riuscita della trattativa.

Fra poche ore sarà reso noto il comunicato finale. Seguici anche su Facebook per rimanere costantemente aggiornato: "Italian Delegation for the G8 & G20 Youth Summits" e "Young Ambassadors Society".


Scritto da Claudia Vanni


Edito da Marta Castellani

sabato 12 maggio 2012

Pensare nuove politiche a 47 metri d'altezza!


Una vera e propria cittadella della politica: è questo l’ambiente in cui siamo immersi. Migliaia di metri quadrati di uffici governativi addensati nel nucleo centrale di Berlino.  Dall’alto del Reichstag è una meraviglia guardarsi intorno: il moderno si mescola all’antico, tra i colori delle bandiere che sventolano sui tetti di ambasciate e palazzi del potere.



La seconda giornata tra dibattiti accesi e mediazioni, ci regala anche la visita del parlamento tedesco: è qui che risiede la sovranità del popolo, è qui che trova piena realizzazione la democrazia tedesca.
Ci troviamo di fronte un edificio imponente con facciate maestose: quattro colonne a delimitarne il perimetro in rappresentanza di quelli che furono i quattro regni che componevano l’Impero prussiano ma soprattutto una grande cupola di vetro a sovrastarci dall’alto. È questa la  grande attrazione del Bundestag, ultimata nel 1999, per celebrare il trasferimento del Reichstag da Bonn a Berlino, avvenuto nel giugno del 1991, dopo la caduta del Muro.



Ci lasciamo avvolgere dal percorso circolare della cupola e saliamo fino a 47 metri di altezza, guardandoci intorno alla scoperta delle attrazioni della città: si scorge da lontano la Colonna della Vittoria, che avremmo voluto raggiungere in una “passeggiata della speranza” durante la nostra prima notte berlinese, piano sabotato da una poco gradevole pioggia primaverile; sembra quasi di toccare con le dita invece la Porta di Brandeburgo.

Dopo la pausa, pur sempre istituzionale, i delegati sono tornati a lavoro: per alcuni si prospetta una lunga nottata di trattative! Domani, infatti, deve essere consegnato il Final Comuniquè…non resta che attendere le prime indiscrezioni. Stay tuned!

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Scritto da Claudia Vanni

Edito da marta Castellani

Confronto, strategie, entusiasmo: e´ iniziato il pre-summit europeo!


Borsa in spalla e position paper in mano, i delegati italiani atterrano a Berlino. È iniziato ufficialmente Europe’s voice, l’incontro tra la rappresentanza italiana, francese, tedesca, britannica e dell’Unione Europea, con l’obiettivo di elaborare una posizione politica comune in vista del G8 e G20 Youth Summits, che si terranno a Washington il prossimo giugno.


La sede del pre-summit europeo non poteva essere più appropriata: la Humboldt-Viadrina School of Governance. Il profilo color mattone dell’edificio anticipa il clima vivace che si respira all’interno: cinquanta ragazzi entusiasti, preparati e propositivi che si confrontano su temi di politica internazionale dalla sicurezza marittima alla lotta alla corruzione, dalla food security alle aspirazioni democratiche della primavera araba.

Le negoziazioni hanno preso avvio ieri nel pomeriggio dopo che i giovani delegati si sono misurati con un workshop sulle tecniche di negoziazione. È stata l’occasione per apprendere l’arte diplomatica ma non solo: è stato infatti un momento altamente formativo anche a livello personale e umano, nel quale i ragazzi hanno potuto comprendere l’importanza della comunicazione, come valore civile fondante una sana società.
Insegnamento del giorno: ACTIVE LISTENING!

Anche la mia mission sta prendendo forma: saro´ la vostra voce e i vostri occhi all'interno del Summit. Durante la prima giornata si scorgono gia' affinita' e bonarie tensioni: si parla d'Europa e c'e´ chi interpreta l'appartenenza in senso piu´ stretto, chi in senso piu´ lato. Nell'ala economica si inizia a discutere anche di una completa integrazione fiscale tra i dissensi di alcuni che ritengono il passo ancora troppo azzardato!
Intanto le negoziazioni proseguono…e oggi visita ufficiale al Bundestag!
Stay tuned!


Scritto da Claudia Vanni

Edito da Marta Castellani

venerdì 11 maggio 2012

Incontri preparatori Summit 2012: Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'ONU

Giovedì 3 maggio. Eccoci giunti ad un appuntamento per me davvero molto importante in quanto Ministro dell'Ambiente. Tuttavia, incontrare il Rappresentante Permanente Aggiunto Primo Segretario di Legazione dell'ONU è stato, indubbiamente, un onore e un momento di accrescimento per la preparazione di tutta la delegazione.

Alle 16:30, dopo una prima parte di giornata spesa negli Uffici del Ministero dell'Economia e delle Finanze, noi ragazzi della delegazione italiana per il G8 & G20, i ragazzi recluatati per i Summit messicani Y20 e i membri dello staff YAS eravamo già pronti per la nostra nuova avventura. L'appuntamento era in Piazza Morgana a Roma, dove, appunto, hanno sede gli Uffici della Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'ONU. Lasciatemi passare questo piccolo aneddoto non proprio diplomatico o altamente professionale, ma una volta giunti davanti al portone del Palazzo, la prima reazione che ho avuto è stata esclamare: "Che figata!". In fondo, siamo delegati, ma pur sempre ragazzi e questo genere di esperienze non capita certo tutti i giorni. Eppure, la sede della Rappresentanza ONU è molto diversa da altre sedi istituzionali, come ad esempio i Ministeri visitati la mattina e nei giorni precedenti. La struttura è piccola, discreta e allo stesso tempo molto elegante.

Ad accoglierci, come già detto, è Stefano Marguccio, Rappresentante Permanente Aggiunto Primo Segretario di Legazione. L'incontro inizia, come di consueto, con una introduzione di Alberta, la Presidentessa di YAS, che spiega chi siamo e il perchè dell'incontro. Il Console ci illustra subito le funzioni principali e gli obiettivi della Rappresentanza, tra cui emerge, per importanza, la Food Security. Marguccio sottolinea il ruolo che ha l'Italia all'interno dell'ONU sulla sicurezza alimentare, enfatizzando l'importanza di avere a Roma la sede della FAO. Il Console non si è sottratto alle nostre domande, che hanno toccato varie tematiche: dalla governance delle Organizzazioni Internazionali alla situazione geopolitica attuale, dalla food security alla water governance, passando per il lavoro femminile o l'importanza di Internet. Il dibattito è stato molto interessante e si è potuto capire la complessità degli organismi sovranazionali, dove si vanno a scontrare interessi molto diversi.

L'idea maturata nel corso del dibattito e che più ha colpito il mio interesse, è che un'organizzazione come la FAO è come un'impresa privata: ci sono gli azionisti e c'è il management. Le azioni dell'impresa sono segnate dal volere degli shareholders, che da finanziatori hanno molta influenza sul come e quando compiere determinate azioni. In particolare, Marguccio ha sottolineato come l'Italia abbia avuto fin ora un ruolo di mediazione tra i vari "azionisti" e come, persino all'interno della stessa Unione Europea, ci siano interessi molto diversi.

Ed ecco arrivare improvvisamente le 18.30. Due ore che sono scivolate via velocemente, forse anche troppo. Restano tante domande da fare e curiosità ancora da soddisfare. Purtroppo c'è solo il tempo per scattare una foto ricordo prima di andare via a prendere i vari pullman e treni che ci hanno riportato a casa. Siamo una delegazione nazionale, il che comporta qualche difficoltà e sacrificio, ma sono davvero ben ripagati!
Finisce così una lunga giornata iniziata alle 10.30 al Ministero dell’Economia, che ci ha reso le idee un pò più chiare in vista dei prossimi Summit di Berlino e Washington.


Scritto Giuseppe Tomaselli

Edito Marta Castellani

mercoledì 9 maggio 2012

Dieci ragazzi per rappresentare l'Italia all'estero: conosciamoli meglio!



Volete conoscere meglio i giovani “ambasciatori” italiani, divertitevi a scoprire come hanno risposto alle domande provocatorie che abbiamo rivolto loro!

Dario Mazzella, Head of State





Il G8 & G20 è un Summit fortemente personalizzato. Quali possono essere secondo te le dinamiche più salienti tra i capi di stato reali? E come influiscono sul summit?
Il G8&G20 è un summit fortemente personalizzato, e non potrebbe che essere altrimenti.
Tra i capi di stato reali le dinamiche possono essere molteplici e persino del tutto casuali. Lo scopo di un summit è ovviamente quello di discutere su argomenti ben precisi in modo di arrivare a conclusioni efficaci. Una sincera amicizia e la condivisione degli stessi valori possono agevolare i summit più spinosi, tanto quanto rapporti problematici e astiosi possono fare naufragare persino quelli che in partenza sembravano più semplici.”


Zana Nanic, Sherpa


Lo Sherpa della delegazione dovrà essere sempre in movimento, continuo spostamento tra i diversi tavoli di negoziazione. Pronta alla sfida sui tacchi?
Si è vero: gli sherpa sono sempre in movimento: “Correre, correre, correre”, questo è il nostro motto. Tuttavia, non sempre viene data una visione globale di ciò che accade intorno ai tavoli di negoziazione, compreso il grande lavoro di noi sherpa. Il nostro compito presuppone una lunga preparazione: siamo sempre in contatto, ci scambiano e-mail di continuo. Insomma, il lavoro per noi sherpa inizia sempre molto prima del summit stesso! I tacchi? L’ultimo dei problemi nella nostra lista!






Carmine Finelli, Ministro Affari Esteri



Recenti articoli dicono che l'Italia ha riacquistato alcuni punti percentuali sulla sua credibilità in materia di politica estera. Da buon politico, hai scheletri nell'armadio o debolezze di cui dovremmo essere al corrente?
Se per gli imprenditori il capitale è il fulcro dell’attività d’impresa, per gli Stati il fulcro dell’attività internazionale è la credibilità. Con il governo Monti, la politica estera italiana sembra stia assumendo la dimensione auspicata: il forte europeismo di Monti e Terzi di Sant’Agata contribuisce a rafforzare il ruolo dell’Europa come entità politica. Per quanto concerne gli scheletri nell’armadio, al momento posso solo sperare che non salti fuori nessuno che mi abbia pagato la casa. A mia insaputa, ovviamente…



Fabrizio Ventriglia, Ministro Giustizia



G8 e g20 youth summits vuol dire anche dialogo tra culture. Tu sei un grande appassionato di quella nipponica: ci sono elementi a livello giurisprudenziale o di organizzazione della società che vorresti adottare a livello internazionale?
Il Giappone sta gradualmente concretizzando la cosiddetta “Net neutrality” per garantire il libero e totale accesso alla rete Internet (ultimamente dichiarato quale “Diritto umano fondamentale” dall’ONU). Lo sta facendo mediante la predisposizione di “Free Wi-Fi Area” nel territorio e, a livello contenutistico, attraverso il rispetto di quelle situazioni giuridiche, costituzionalmente rilevanti e facenti capo ad ogni singolo cittadino, quali la libertà di corrispondenza, di parola, di opinione, di accesso all’informazione e all’istruzione.


Simone Tinelli, Ministro Sviluppo



Al tavolo dello sviluppo, le negoziazioni sono sempre piuttosto accese. Sulla base delle esperienze maturate durante i tuoi viaggi, come pensi che ti comporterai? Prevedi di essere tra i sempre polemici o tra i pacificatori

Sicuramente la mia strada sarà quella del dialogo.
Le differenze culturali e il confronto diretto ci permettono di mettere in discussione le nostre opinioni e arricchirle. La pluralità di visioni non è un minaccia ai propri valori, bensì uno scambio reciproco, un'occasione di crescita. Essere critici significa ascoltare e saper rivedere le proprie posizioni. Il confronto è una scelta coraggiosa che, oggi più che mai, specialmente in politica, deve essere portata avanti come valore fondamentale.




Francesca Carta, Ministro Economia



La crescita economica dei BRICS è legata solamente a risorse naturali e manodopera a basso costo o c’è qualche altro valore aggiunto?

I BRICS sono caratterizzati da sistemi economici diversi e le determinanti della loro crescita differiscono; tuttavia è possibile riscontrare dei fattori comuni. In primis, il fattore demografico: i BRICS rappresentano circa il 42% della popolazione mondiale. L’aumento della produttività di una così elevata forza lavoro ha determinato crescita economica. Ulteriore crescita può derivare dai consumi interni, soprattutto per la Cina, il cui sviluppo è stato guidato esclusivamente dalla domanda esterna. Inoltre i governi di questi Paesi hanno adottato politiche industriali che hanno attratto FDI, a cui è seguito lo sviluppo dei settori secondario e terziario.

Caterina Bologni, Ministro Difesa




Avendo fatto parte della delegazione europea a washington dc, ti sei occupata di anti-terrorismo e cyber crime. Quali sono le tue critiche alla “cultura della sicurezza made in usa?” quali le differenze con quella eu?

La differenza sostanziale tra gli USA e l'UE riguardo alla cultura della sicurezza la possiamo ricondurre alla percezione globale del fenomeno. Se in US la sicurezza è diventata una priorità assoluta e minaccia diffusa tra i cittadini, in EU la cultura della sicurezza si è sviluppata in parallelo ad altre questioni politiche come l'allargamento dell'Unione verso est. La cooperazione tra gli Stati Uniti d'America e l'Unione Europea così come il loro scambio reciproco di informazioni è fondamentale per garantire una sicurezza internazionale.



Lorenzo Bettini, Ministro Finanza





In materia di borse e di investimenti, quale tra Dow Jones vs FTSE, rappresenta la sfida maggiore e perché? Quale credi che sia l’investimento italiano che più rappresenta il nostro Paese in Borsa e perche?


Dow Jones e FTSE sono espressione di due economie differenti, il primo di stampo americano, il secondo di origine inglese  nelle quali è forte la cultura capitalistica e della crescita basata sugli investimenti privati. Da questi due indici è possibile dedurre informazioni differenti, perciò più che di sfida si tratta di interdipendenza. Venendo al nostro Paese, alcune delle aziende quotate in Borsa detengono importanti partecipazioni strategiche all'estero. Possiamo citare, a titolo meramente esemplificativo, gli investimenti di Eni, Enel o Finmeccanica.

Giuseppe Tomaselli, Ministro Ambiente




Non sprecare energie e crearne di nuove, naturali. Ma poi è proprio vero che il rispetto per l’ambiente è tutto spese esose e pochi guadagni?

A mio avviso i soldi, spesi in questi anni, e quelli che se ne spenderanno nei prossimi, sono degli investimenti per il nostro futuro. La difesa dell’ambiente dà a tutta la comunità enormi benefici. Le cosiddette esternalità positive, per esempio: un’aria più pulita significa meno malattie, malattie che comportano tra l’altro costi in spese sanitarie. Un altro caso di guadagno è l’investimento nel diminuire gli sprechi nei consumi (di acqua, energia, calore, ecc.) e che quindi consente un risparmio di spesa. 


Claudia Vanni, Press Agent





Reporter, cronista, opinionista, esperto di gossip... Come ti definiresti? Quale giornale porterai con te in volo verso gli usa?


Per carattere, formazione e passioni non prediligo la cronaca rosa; seguo con piacere invece gli altri generi giornalistici, primi fra tutti l’attualità e la cronaca politica. Se dovessi indicare una definizione professionale, sceglierei quella di reporter !
In volo verso gli Usa, avrò in borsa la Repubblica e Corriere della Sera: la lettura comparata è una pratica che mi è stata insegnata anni fa. Per poter informare occorre prima di tutto, essere ben informati. Può sembrare una banalità, ma nell’epoca in cui tutti possono scrivere e dire la loro grazie ad internet, è il monito personale che tengo sempre presente.





Per rimanere costantemente aggiornato sulle attività della delegazione, al G8 & G20 Youth Summit 2012, visita il sito http://www.youngambassadorsociety.org !


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