L’edizione
2012 dell’EU’s Voice è ormai giunta alla sua conclusione. Le negoziazioni
svolte in questi tre giorni di una settimana di maggio, dal clima abbastanza
incerto, presso la School of Government della Humboltd University di Berlino
hanno sortito molteplici effetti. E' stata, infatti, un’occasione perfetta,
unica ed irripetibile per consolidare il rapporto con tutti i componenti della
delegazione nostrana, per apprendere le principali tecniche di negoziazione,
nonché per conoscere, relazionare e confrontarsi con gli altri colleghi
europei, aventi, ciascuno di loro, un particolare background sociale, politico
e culturale.
Le
conoscenze maturate durante questi incontri berlinesi hanno, dunque, consentito
di realizzare, in seno a ciascuna Commissione, una posizione condivisa a
livello europeo sui principali argomenti che saranno oggetto di discussione con
gli altri colleghi internazionali in quel G8 & G20 Youth Summit: un evento
che si svolgerà nella capitale americana, precisamente nella prestigiosa George
Washington University.
Senza
alcun indugio, però, si cercherà di delineare un breve, ma esaustivo riepilogo
di quanto accaduto in questo EU’s Voice all’interno della Commissione
Giustizia, di cui il sottoscritto è stato membro.
Con
i colleghi Nicolas Juppilat (Francia) e Jozsef Varga (Europa) è stato
instaurato un clima abbastanza pacifico, rilassante e gioviale: una situazione,
questa, abbastanza inusuale ed utopistica per gli “addetti ai lavori” del ramo
giuridico.
Attualmente,
la Rete rappresenta un strumento straordinario all’interno del quale i singoli
internauti possono comunicare tra loro, esprimere le proprie opinioni,
informarsi su quanto accade nel mondo intero, espandere la propria ricchezza
intellettuale e, infine, alimentare la loro creatività attraverso la
realizzazione di nuove opere dell’ingegno.
Tutte
queste operazioni sono realizzabili non solo istantaneamente, ma altresì
sostenibili economicamente in maniera irrisoria. Alla base di una siffatta
innovazione, al Diritto spetta il compito di garantire nella Rete tutte quelle
libertà e quei diritti costituzionalmente rilevanti facenti capo ad ogni
cittadino. Si deve, in buona sostanza, promuovere l’estensione ad Internet, da
parte di ogni singolo Stato, di diritti
come quello di accesso alla cultura, all’informazione e libertà di pensiero, di
parole, di espressione, come statuiti dalla Convenzione internazionale sui diritti
civili e politici. In tale contesto è stata altresì riconosciuta l’importanza
della Società Civile, la quale è stata, per molti Governi, un fattore peculiare
per la realizzazione di normative equilibrate e rispettose della posizione
giuridica ed economica dei naviganti della Rete.
Si
è, però, tenuto conto anche delle ipotesi in cui le comunicazioni elettroniche
vengono utilizzate per perfezionare crimini penalmente rilevanti, come la
frode, la pedopornografia ed il furto d’identità. Gli autori di simili reati,
tuttavia, restano sovente impuniti in quanto celano la propria identità
attraverso gli stessi sistemi informatici. Soltanto attraverso la
predisposizione di misure condivise a livello internazionale, e non soltanto
europee, come la creazione di un centro internazionale contro la criminalità
informatica all’interno dell’INTERPOL, vi potrà essere una concreta possibilità
di ridimensionare tale fenomeno. Ovviamente, tenendo in forte considerazione il
diritto alla riservatezza dei dati personali di ogni singolo internauta, la cui
tutela dipenderebbe dal bene, meritevole di tutela, potenzialmente leso dalle
attività cyber-criminose.
Una
simile valutazione è stata ponderata anche in merito al secondo argomento
oggetto di discussione: la Criminalità organizzata transnazionale, intesa come
quella specie di attività criminose (ad esempio, la tratta degli esseri umani,
il contrabbando, il commercio di armi ed il terrorismo) che sono eseguite
oltrepassando i confini nazionali, violando le leggi penali di almeno due
diverse giurisdizioni.
In
effetti, il fenomeno ha assunto una portata talmente elevata che potrebbe
essere fronteggiato esclusivamente attraverso una corrispondente espansione
internazionale delle leggi, delle autorità investigative e della giustizia
penale, probabilmente raggiungibile attraverso la promozione di una ratifica
universale della Convenzione contro la criminalità transnazionale ed i relativi
Protocolli addizionali.
Insomma,
in questi tre giorni sono circolate idee, riflessioni, critiche e proposte
all’interno della Commissione (giovanile) di Giustizia. Ognuna di esse,
ovviamente, avente natura costruttiva ed indispensabile per la buona riuscita
dell’evento berlinese ossia quella di realizzare una linea comune ed europea
che sarà presentate durante l’incontro finale a Washington D.C.
In
quella sede si auspicherà di coinvolgere gli altri partecipanti alle tematiche
già discusse, incentivandoli alla proposizione di ulteriori idee (anche
correttive, perché no, delle precedenti), che avranno quale finalità precipua
l’individuazione di soluzioni a tematiche di interesse universale.
A
presto, su queste pagine, per gli aggiornamenti sugli sviluppi di questa
Commissione e di tutte le altre!
Scritto
da Fabrizio Ventriglia
Edito
da Marta Castellani
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