Nel
Committee degli Affari Esteri il clima sta gradualmente migliorando.
Dopo il duro lavoro di Berlino per il raggiungimento di una posizione
comune eurpopea, il peggio sembra esser passato.
Ne è la
dimostrazione l'atmosfera gaia che c'era durante la prima cena post
negoziazioni, dove tra sushi e birra i seriosi temi di politica
internazionale sono stati abbandonati per lasciar spazio a temi più
frivoli. Ne è un esempio il vano tentativo della “piccola”
mininstro giapponese, che ha cercato di insegnarci ad usare le
bacchette.
Ma la
mattina seguente la magia e la spensieratezza che ci aveva
accompagnato durante la notte era svanita. Infatti, dopo questo primo
momento conviviale si è entrati nel vivo delle negoziazioni
affrontando gli argomenti più scottanti.

Non solo
secondo la posizione italiana, ma anche a parere di altri miei
colleghi, quanto è auspicato dall'azione delle Nazioni Unite va
supportato; in aggiunta a ciò, noi giovani ministri (e con orgoglio
posso dire che noi italiani siamo stati promotori di questa idea)
abbiamo spinto affinchè sia riconosciuta a tutte le donne, in tutti
i paesi, la possibilità di accesso al mondo dell'impresa e del
lavoro.
Sebbene
sciolto questo cruciale nodo, che ci impediva di proseguire, la
strada era tutt'altro che in discesa. Era infatti la volta di
affrontare il secondo tema altrettanto spinoso: gli LGBT Rights. Gli
LGBT Rights rientrano tra i subtopics dei diritti delle minoranze.
Essi riguardano i diritti fondamenetali e di cittadinanza di
lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Argomento attualissimo
quanto socialmente delicato. Su questo punto le posizioni dei
delegati si sono quasi spaccate in due, con punte molto estreme
quali, ad esempio, le posizioni portate avanti dal ministro russo.
Secondo il mio punto di vista, alcune volte, le sue affermazioni
erano ancorate più su convinzioni personali di chiusura verso queste
nuove realtà, più che su reali motivazioni sociali.
Tutto ciò
ci ha creato non pochi problemi, ma siamo riusciti ugualmente a
superarli con uno slancio di diplomazia. Questa è probabilmente la
qualità che contraddistingue i giovani come noi: anche a costo di
sacrificare qualcosa, teniamo sempre a mente che, ciò che conta è
il raggiungimento di una posizione unanime sulla quale lavorare per
costruire azioni concrete.
È finita
qui? No di certo! Con la questione siriana ancora in bilico, prevedo
una nuova dura battaglia con la Russia. Tuttavia, so che alla fine il
Consensus sarà raggiunto e le divergenze superate e festeggeremo
questa volta bevendo vodka: il miglior sistema per imparare a
conoscersi e scoprire chi c'è dietro quella cravatta.
Stay tuned
with Foreign Affairs!
Carmine Finelli
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