La pagina virtuale di questo diario segna la conclusione di
quella che è stata la prosecuzione diretta dell’Europe’s Voice, svoltosi lo
scorso mese nella capitale tedesca: un evento che ha consentito ai rappresentanti
giovanili delle delegazioni dei Paesi europei di incontrarsi, conoscersi e,
soprattutto, predisporre una linea comune sugli argomenti oggetto di discussione
dell’incontro internazionale ossia il G8 & G20 Youth Summit.
Così, all’indomani della chiusura del meeting berlinese, i
membri della commissione italiana avevano prenotato il primo biglietto aereo
avente quale meta ultima la capitale statunitense.
Tuttavia, con alcuni dei delegati, si era deciso di fare una
leggera deviazione alla destinazione finale, nei giorni immediatamente
precedenti all’inizio dei lavori: New York!
Questa tappa, dalla finalità essenzialmente ludica e
turistica, ha comunque sortito degli effetti più che positivi, consentendo ad
ognuno dei componenti di svagarsi e ritemprarsi dalle proprie attività
quotidiane, ma altresì di rafforzare il proprio legame affettivo: un fattore,
quest’ultimo, di essenziale importanza per favorire il cosiddetto “Team Work”,
soprattutto in vista delle negoziazioni allora prossime.
Dopo tre giorni di puro divertimento, il gruppo si dirige finalmente
verso Washington D.C., precisamente nell’ambita George Washington University,
dove hanno incontrato i restanti membri della delegazione.
Il Campus rispetta abbondantemente i parametri tipicamente imposti
dalla cultura americana: ettari di verde, dormitori da condividere con roommate
provenienti da differenti nazioni e party notturni nelle stanze degli altri
colleghi.
In un simile contesto, dunque, si è svolta la Opening
Ceremony, dove, finalmente, sono state presentate tutte le delegazioni,
ciascuna dai rispettivi Head of State.
Al momento della presentazione dell’Italia, tutti i
componenti della delegazione nostrana sono stati accolti con un fragoroso
applauso da parte di tutti i loro colleghi internazionali.
L’epicità di quell’attimo ha dato l’avvio alla fase delle
negoziazioni: ogni “giovane” ministro era più che cosciente che, da allora, avrebbe
dovuto mettere in pratica ciò che aveva appreso nei mesi scorsi dai propri
studi, dagli incontri di preparazione e da quanto carpito ed ottenuto dalle
negoziazioni svolte durante gli Europe’s Voice.
Da lì, il gruppo si è diviso ed ha raggiunto i componenti
della propria Commissione per trattare, discutere, approfondire e trovare un
compromesso su specifici argomenti di rilevanza internazionale.
Per la Commissione Giustizia di cui il sottoscritto era
stato un suo componente, gli argomenti trattati erano relativi alla Regolamentazione nazionale ed
internazionale delle comunicazioni e alle attività criminali organizzate transnazionali.
A dispetto del mio precedente intervento, non mi dilungherò
nuovamente nella spiegazione di tali tematiche: si è avuto già modo di farlo,
sempre su queste pagine.
Ritengo però doveroso spendere alcune parole relative ad uno
dei punti da me esposto e che è stato condiviso all’unanimità dall’intera
Commissione Giustizia: l’estensione dei
diritti umani fondamentali della libertà di comunicazione e di stampa alle
nuove forme di comunicazione, in particolare nella rete Internet.
Per quanto semplice possa essere, in realtà si tratta di un
risultato per me estremamente importante. La Rete è uno strumento
rivoluzionario: a dispetto degli altri media come la radio, la televisione e la
stampa, fondati sulla trasmissione di informazione unilaterale, è un media interattivo che consente sia la
condivisione istantanea di informazione con tutti i netizen – gli “abitanti” della Rete - ma altresì la collaborazione
per la creazione di contenuti innovativi ed originali, sostenendo spese
irrilevanti. I singoli internauti, dunque, non sono soggetti passivi bensì
creatori attivi di informazione.
Ed è per tale ragione che l’accesso ad Internet ed ai suoi contenuti racchiude in sé altri diritti umani
fondamentali, come il diritto all’istruzione, il diritto di partecipare alla
vita culturale, di godere del beneficio del progresso scientifico. Insomma, Internet contribuisce alla crescita
economica, sociale e politica, conferendo benefici all’intero genere umano.
Tuttavia, alcune nazioni, attraverso leggi ambigue o
addirittura in assenza di alcun fondamento legale, censurano le informazioni
offerte dalla Rete, come nel caso della diffusione di opinioni critiche o
dissenzienti in ambito politico.
Alla luce di quest’ultima osservazione, tutti gli Stati
dovrebbero modificare, abrogare o astenersi dall’introdurre simili normative, privilegiando
innanzitutto la libertà di opinione e di espressione della comunità di Internet.
Tutto ciò ha rappresentato per me un traguardo notevole e al
contempo commovente: tra i miei trascorsi universitari e professionali, ho
sempre riposto notevole attenzione al rapporto intercorrente tra il Diritto e
le nuove tecnologie, così, dunque, al cosiddetto Copyright 2.0 ed alla
salvaguardia dei Diritti civili digitali.
Trasportare con me i l’esperienza acquisita nel tempo ed
esibirla in un contesto internazionale quale il G8 & G20 Youth Summit ha
voluto significare mettere in pratica il frutto della mia conoscenza,
incrementata nel corso di questi ultimi anni e meritevole di essere
ulteriormente raffinata nel prossimo futuro.
Superata questa (non) breve parentesi, il resto delle
negoziazioni si è svolto in maniera assolutamente pacifica e costruttiva, replicandosi
quanto esattamente avvenuto durate lo Europe’s Voice.
Tra un intervento, una delucidazione, una discussione ed un
approfondimento, le lancette dell’orologio corrono ed i giorni passano, sino a
giungere inesorabilmente alla chiusura dei lavori, con la presentazione del
Comunicato Finale e con la contestuale sua firma da parte dei Capi di Stati,
ciò rappresentando l’approvazione degli sforzi profusi dalle singole
Commissioni.
In quel preciso istante, i ministri di tutte le delegazioni
hanno messo da parte le proprie differenze etniche, culturali e ideologiche,
unendosi nell’entusiasmo, nella gioia e nell’orgoglio di aver partorito delle
nuove idee, originali, condivise ma soprattutto valevoli e, si spera, un giorno
realizzabili dal Governo dei “Grandi”.
Ci si allontana dunque, dalla Città dedicata a George
Washington con un documento dal valore inestimabile, frutto di un compromesso
con persone straordinarie e provenienti da ogni angolo del Globo.
Quel risultato aveva significato, purtroppo, che la magia
era finita: ognuno di noi, della delegazione italiana, doveva purtroppo
ritornare alla sua vita di tutti i giorni ed ai suoi impegni, universitari o professionali che siano.
Se questa avventura è divenuta per me indimenticabile, lo devo
soprattutto a coloro che mi hanno accompagnato in questo viaggio. Sono stato
affiancato, infatti, da persone assolutamente straordinarie, ciascuna delle
quali dotata di una spiccata intelligenza, attitudine al lavoro di squadra e
propensione all’approccio internazionale.
Con il passare dei giorni, il legame con ciascuno di loro si
è intensificato sempre più, condividendo qualunque momento, da quello più
spensierato ed ilare (una bevuta in un pub o la visione di un baseball match) a
quello più impegnativo (le negoziazioni) sino a giungere a quello maggiormente
gratificante (l’approvazione del Comunicato Finale).
Nonostante il breve tempo che ci ha uniti, tali personaggi sono
riusciti, uno ad uno, ad intrecciare indissolubilmente le catene dei miei
ricordi, e ad occupare, così, un posto particolare nel mio Cuore.
Certamente non potrò non menzionare Dario (Capo di Stato), che riusciva ad alternare sapientemente
all’interno del gruppo i momenti di totale ilarità, ironizzando sui difetti di
ciascuno di noi, con quelli di assoluta serietà, conducendo le fasi conclusive
delle negoziazioni in maniera perfettamente diplomatica;
porterò sempre nel Cuore Caterina (Ministro della Difesa), un punto di riferimento per me
fondamentale, data la sua bravura, il suo perenne desiderio di mettersi in
gioco e di eccellere in ogni occasione. Per questi motivi, rappresenta al tempo
stesso una figura che intendo eguagliare se non addirittura superare;
avvertirò la mancanza di
Carmine (Ministro degli Affari esteri), della sua sicurezza e delle sue
parole pacate, che avevano il potere di ristabilire un clima di serenità e di
tranquillità nei momenti di maggiore tensione durante l’esecuzione delle
attività del gruppo;
allo stesso modo,
Simone (Ministro dello Sviluppo economico), che ha fatto della semplicità e
della sincerità i suoi punti di forza, che gli saranno indispensabili per potersi
distinguere e quindi eccellere non soltanto nell’ambiente “scolastico” e
lavorativo, ma soprattutto in quello affettivo;
per non parlare di
Igor (Ministro dell’Economia), creatore di idee innovative realizzate da
quanto appreso nell’ambiente Universitario e sostituendo, in tutto ciò, Francesca (precedente Ministro
dell’Economia) in maniera più che
egregia e non rendendo affatto vani gli sforzi di quest’ultima profusi durante
le negoziazioni berlinesi;
così Giuseppe (Ministro
dell’ambiente) che, con il suo perenne sorriso ed il suo essere giocondo,
trasmetteva analoga sensazione a tutto il gruppo, non mostrando, però, alcuna
timidezza nell’esibire la sua bravura e la sua arguzia;
impossibile non dimenticare del mio compagno di camerata, Lorenzo (Ministro delle Finanze), in
quanto è riuscito a coniugare la bravura e la competenza nell’esposizione di
concetti tecnici ed idee innovative con la qualità dell’umiltà, ormai divenuta
dote rara al giorno d’oggi;
e poi, Zana (Sherpa),
a cui era stato attribuito il compito non affatto facile di contemperare la
diplomazia imposta dal suo ruolo con l’affetto da riporre nei suoi compagni. Un
compito che, per fortuna e senza alcun dubbio, è stato realizzato con successo;
per ultima, ma non ultima, un mio profondo sentimento di
stima è diretto a Claudia (Press
Agent), dimostrando a tutti che la perseveranza, la passione e la serietà nel
portare avanti un progetto in cui si crede fermamente sono delle fiamme ancora
inestinguibili nel Cuore dei giovani.
Così, dopo un apprezzabile lasso di tempo, quel tratto del nostro percorso ha incontrato una serie di bivi, ciascuno intrapreso da ogni componente del gruppo con la speranza, e con la promessa, che il Futuro ci farà incrociare nuovamente. Ma, in quell’occasione, saremo sicuramente più rinvigoriti nell’animo e con molta più esperienza da poter vantare.
8 e 20: sono i numeri che hanno rappresentato questo Summit
ed indicanti il quantitativo di Paesi che hanno composto i due Gruppi degli
Stati più industrializzati del Mondo, che da anni discutono su capitoli di
portata internazionale e avente per oggetto le materie più disparate.
Tuttavia, il numero maggiormente indicativo per questa
esperienza è un altro: 10.
Tanto quanto il numero dei componenti della delegazione
giovanile italiana.
Non conoscenti, colleghi o “giovani” Ministri. Ma veri e
propri “compagni” di vita.
Fabrizio Ventriglia
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