giovedì 7 giugno 2012

Affari Esteri: tra Minority e LGBT Rights, quanta fatica trovare un accordo!


Nel Committee degli Affari Esteri il clima sta gradualmente migliorando. Dopo il duro lavoro di Berlino per il raggiungimento di una posizione comune eurpopea, il peggio sembra esser passato.
Ne è la dimostrazione l'atmosfera gaia che c'era durante la prima cena post negoziazioni, dove tra sushi e birra i seriosi temi di politica internazionale sono stati abbandonati per lasciar spazio a temi più frivoli. Ne è un esempio il vano tentativo della “piccola” mininstro giapponese, che ha cercato di insegnarci ad usare le bacchette.
Ma la mattina seguente la magia e la spensieratezza che ci aveva accompagnato durante la notte era svanita. Infatti, dopo questo primo momento conviviale si è entrati nel vivo delle negoziazioni affrontando gli argomenti più scottanti.
Sul tavolo la questione delle Minority Rights. Una discussione approfondita e serrata sulla possibilità di coinvolgere più attivamente le donne nella società e nei processi di transizione politica ha dato il via alla nostra giornata.
Non solo secondo la posizione italiana, ma anche a parere di altri miei colleghi, quanto è auspicato dall'azione delle Nazioni Unite va supportato; in aggiunta a ciò, noi giovani ministri (e con orgoglio posso dire che noi italiani siamo stati promotori di questa idea) abbiamo spinto affinchè sia riconosciuta a tutte le donne, in tutti i paesi, la possibilità di accesso al mondo dell'impresa e del lavoro.
Sebbene sciolto questo cruciale nodo, che ci impediva di proseguire, la strada era tutt'altro che in discesa. Era infatti la volta di affrontare il secondo tema altrettanto spinoso: gli LGBT Rights. Gli LGBT Rights rientrano tra i subtopics dei diritti delle minoranze. Essi riguardano i diritti fondamenetali e di cittadinanza di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Argomento attualissimo quanto socialmente delicato. Su questo punto le posizioni dei delegati si sono quasi spaccate in due, con punte molto estreme quali, ad esempio, le posizioni portate avanti dal ministro russo. Secondo il mio punto di vista, alcune volte, le sue affermazioni erano ancorate più su convinzioni personali di chiusura verso queste nuove realtà, più che su reali motivazioni sociali.
Tutto ciò ci ha creato non pochi problemi, ma siamo riusciti ugualmente a superarli con uno slancio di diplomazia. Questa è probabilmente la qualità che contraddistingue i giovani come noi: anche a costo di sacrificare qualcosa, teniamo sempre a mente che, ciò che conta è il raggiungimento di una posizione unanime sulla quale lavorare per costruire azioni concrete.
È finita qui? No di certo! Con la questione siriana ancora in bilico, prevedo una nuova dura battaglia con la Russia. Tuttavia, so che alla fine il Consensus sarà raggiunto e le divergenze superate e festeggeremo questa volta bevendo vodka: il miglior sistema per imparare a conoscersi e scoprire chi c'è dietro quella cravatta.

Stay tuned with Foreign Affairs!


Carmine Finelli

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