mercoledì 27 giugno 2012

G8 & G20 Youth Summit 2012 @ Washington D.C.: tra Giustizia, Cuore e Ricordi


La pagina virtuale di questo diario segna la conclusione di quella che è stata la prosecuzione diretta dell’Europe’s Voice, svoltosi lo scorso mese nella capitale tedesca: un evento che ha consentito ai rappresentanti giovanili delle delegazioni dei Paesi europei di incontrarsi, conoscersi e, soprattutto, predisporre una linea comune sugli argomenti oggetto di discussione dell’incontro internazionale ossia il G8 & G20 Youth Summit.
Così, all’indomani della chiusura del meeting berlinese, i membri della commissione italiana avevano prenotato il primo biglietto aereo avente quale meta ultima la capitale statunitense.
Tuttavia, con alcuni dei delegati, si era deciso di fare una leggera deviazione alla destinazione finale, nei giorni immediatamente precedenti all’inizio dei lavori: New York!
Questa tappa, dalla finalità essenzialmente ludica e turistica, ha comunque sortito degli effetti più che positivi, consentendo ad ognuno dei componenti di svagarsi e ritemprarsi dalle proprie attività quotidiane, ma altresì di rafforzare il proprio legame affettivo: un fattore, quest’ultimo, di essenziale importanza per favorire il cosiddetto “Team Work”, soprattutto in vista delle negoziazioni allora prossime.
Dopo tre giorni di puro divertimento, il gruppo si dirige finalmente verso Washington D.C., precisamente nell’ambita George Washington University, dove hanno incontrato i restanti membri della delegazione.
Il Campus rispetta abbondantemente i parametri tipicamente imposti dalla cultura americana: ettari di verde, dormitori da condividere con roommate provenienti da differenti nazioni e party notturni nelle stanze degli altri colleghi.
In un simile contesto, dunque, si è svolta la Opening Ceremony, dove, finalmente, sono state presentate tutte le delegazioni, ciascuna dai rispettivi Head of State.
Al momento della presentazione dell’Italia, tutti i componenti della delegazione nostrana sono stati accolti con un fragoroso applauso da parte di tutti i loro colleghi internazionali.
L’epicità di quell’attimo ha dato l’avvio alla fase delle negoziazioni: ogni “giovane” ministro era più che cosciente che, da allora, avrebbe dovuto mettere in pratica ciò che aveva appreso nei mesi scorsi dai propri studi, dagli incontri di preparazione e da quanto carpito ed ottenuto dalle negoziazioni svolte durante gli Europe’s Voice.
Da lì, il gruppo si è diviso ed ha raggiunto i componenti della propria Commissione per trattare, discutere, approfondire e trovare un compromesso su specifici argomenti di rilevanza internazionale.
Per la Commissione Giustizia di cui il sottoscritto era stato un suo componente, gli argomenti trattati erano relativi alla Regolamentazione nazionale ed internazionale delle comunicazioni e alle attività criminali organizzate transnazionali.
A dispetto del mio precedente intervento, non mi dilungherò nuovamente nella spiegazione di tali tematiche: si è avuto già modo di farlo, sempre su queste pagine.
Ritengo però doveroso spendere alcune parole relative ad uno dei punti da me esposto e che è stato condiviso all’unanimità dall’intera Commissione Giustizia: l’estensione dei diritti umani fondamentali della libertà di comunicazione e di stampa alle nuove forme di comunicazione, in particolare nella rete Internet.
Per quanto semplice possa essere, in realtà si tratta di un risultato per me estremamente importante. La Rete è uno strumento rivoluzionario: a dispetto degli altri media come la radio, la televisione e la stampa, fondati sulla trasmissione di informazione unilaterale, è un media interattivo che consente sia la condivisione istantanea di informazione con tutti i netizen – gli “abitanti” della Rete - ma altresì la collaborazione per la creazione di contenuti innovativi ed originali, sostenendo spese irrilevanti. I singoli internauti, dunque, non sono soggetti passivi bensì creatori attivi di informazione.
Ed è per tale ragione che l’accesso ad Internet ed ai suoi contenuti racchiude in sé altri diritti umani fondamentali, come il diritto all’istruzione, il diritto di partecipare alla vita culturale, di godere del beneficio del progresso scientifico. Insomma, Internet contribuisce alla crescita economica, sociale e politica, conferendo benefici all’intero genere umano.
Tuttavia, alcune nazioni, attraverso leggi ambigue o addirittura in assenza di alcun fondamento legale, censurano le informazioni offerte dalla Rete, come nel caso della diffusione di opinioni critiche o dissenzienti in ambito politico.
Alla luce di quest’ultima osservazione, tutti gli Stati dovrebbero modificare, abrogare o astenersi dall’introdurre simili normative, privilegiando innanzitutto la libertà di opinione e di espressione della comunità di Internet.
Tutto ciò ha rappresentato per me un traguardo notevole e al contempo commovente: tra i miei trascorsi universitari e professionali, ho sempre riposto notevole attenzione al rapporto intercorrente tra il Diritto e le nuove tecnologie, così, dunque, al cosiddetto Copyright 2.0 ed alla salvaguardia dei Diritti civili digitali.
Trasportare con me i l’esperienza acquisita nel tempo ed esibirla in un contesto internazionale quale il G8 & G20 Youth Summit ha voluto significare mettere in pratica il frutto della mia conoscenza, incrementata nel corso di questi ultimi anni e meritevole di essere ulteriormente raffinata nel prossimo futuro.
Superata questa (non) breve parentesi, il resto delle negoziazioni si è svolto in maniera assolutamente pacifica e costruttiva, replicandosi quanto esattamente avvenuto durate lo Europe’s Voice.
Tra un intervento, una delucidazione, una discussione ed un approfondimento, le lancette dell’orologio corrono ed i giorni passano, sino a giungere inesorabilmente alla chiusura dei lavori, con la presentazione del Comunicato Finale e con la contestuale sua firma da parte dei Capi di Stati, ciò rappresentando l’approvazione degli sforzi profusi dalle singole Commissioni.
In quel preciso istante, i ministri di tutte le delegazioni hanno messo da parte le proprie differenze etniche, culturali e ideologiche, unendosi nell’entusiasmo, nella gioia e nell’orgoglio di aver partorito delle nuove idee, originali, condivise ma soprattutto valevoli e, si spera, un giorno realizzabili dal Governo dei “Grandi”.

Ci si allontana dunque, dalla Città dedicata a George Washington con un documento dal valore inestimabile, frutto di un compromesso con persone straordinarie e provenienti da ogni angolo del Globo.
Quel risultato aveva significato, purtroppo, che la magia era finita: ognuno di noi, della delegazione italiana, doveva purtroppo ritornare alla sua vita di tutti i giorni ed ai suoi impegni,  universitari o professionali che siano.

Poco prima del distacco, ho ripercorso brevemente tutti i momenti che hanno caratterizzato questo incredibile viaggio, del motivo per il quale avevo deciso di intraprenderlo e di come mi sia imbarcato in questa folle e straordinaria avventura. Il concorso bandito dalla Young Ambassadors Society per la formazione della delegazione giovanile italiana scoperto per puro caso; il superamento inaspettato dello stesso; il primo incontro totalmente informale in un caffè di Roma; i periodi di formazioni presso le varie Istituzioni; l’esperienza berlinese; la vacanza newyorkese e, infine, il Summit internazionale presso la George Washington University.
Se questa avventura è divenuta per me indimenticabile, lo devo soprattutto a coloro che mi hanno accompagnato in questo viaggio. Sono stato affiancato, infatti, da persone assolutamente straordinarie, ciascuna delle quali dotata di una spiccata intelligenza, attitudine al lavoro di squadra e propensione all’approccio internazionale.
Con il passare dei giorni, il legame con ciascuno di loro si è intensificato sempre più, condividendo qualunque momento, da quello più spensierato ed ilare (una bevuta in un pub o la visione di un baseball match) a quello più impegnativo (le negoziazioni) sino a giungere a quello maggiormente gratificante (l’approvazione del Comunicato Finale).


Nonostante il breve tempo che ci ha uniti, tali personaggi sono riusciti, uno ad uno, ad intrecciare indissolubilmente le catene dei miei ricordi, e ad occupare, così, un posto particolare nel mio Cuore.


Certamente non potrò non menzionare Dario (Capo di Stato), che riusciva ad alternare sapientemente all’interno del gruppo i momenti di totale ilarità, ironizzando sui difetti di ciascuno di noi, con quelli di assoluta serietà, conducendo le fasi conclusive delle negoziazioni in maniera perfettamente diplomatica;

porterò sempre nel Cuore Caterina (Ministro della Difesa), un punto di riferimento per me fondamentale, data la sua bravura, il suo perenne desiderio di mettersi in gioco e di eccellere in ogni occasione. Per questi motivi, rappresenta al tempo stesso una figura che intendo eguagliare se non addirittura superare;

avvertirò la mancanza di Carmine (Ministro degli Affari esteri), della sua sicurezza e delle sue parole pacate, che avevano il potere di ristabilire un clima di serenità e di tranquillità nei momenti di maggiore tensione durante l’esecuzione delle attività del gruppo;

allo stesso modo, Simone (Ministro dello Sviluppo economico), che ha fatto della semplicità e della sincerità i suoi punti di forza, che gli saranno indispensabili per potersi distinguere e quindi eccellere non soltanto nell’ambiente “scolastico” e lavorativo, ma soprattutto in quello affettivo;

per non parlare di Igor (Ministro dell’Economia), creatore di idee innovative realizzate da quanto appreso nell’ambiente Universitario e sostituendo, in tutto ciò, Francesca (precedente Ministro dell’Economia) in maniera più che egregia e non rendendo affatto vani gli sforzi di quest’ultima profusi durante le negoziazioni berlinesi;

così Giuseppe (Ministro dell’ambiente) che, con il suo perenne sorriso ed il suo essere giocondo, trasmetteva analoga sensazione a tutto il gruppo, non mostrando, però, alcuna timidezza nell’esibire la sua bravura e la sua arguzia;

impossibile non dimenticare del mio compagno di camerata, Lorenzo (Ministro delle Finanze), in quanto è riuscito a coniugare la bravura e la competenza nell’esposizione di concetti tecnici ed idee innovative con la qualità dell’umiltà, ormai divenuta dote rara al giorno d’oggi;

e poi, Zana (Sherpa), a cui era stato attribuito il compito non affatto facile di contemperare la diplomazia imposta dal suo ruolo con l’affetto da riporre nei suoi compagni. Un compito che, per fortuna e senza alcun dubbio, è stato realizzato con successo;

per ultima, ma non ultima, un mio profondo sentimento di stima è diretto a Claudia (Press Agent), dimostrando a tutti che la perseveranza, la passione e la serietà nel portare avanti un progetto in cui si crede fermamente sono delle fiamme ancora inestinguibili nel Cuore dei giovani.














Così, dopo un apprezzabile lasso di tempo, quel tratto del nostro percorso ha incontrato una serie di bivi, ciascuno intrapreso da ogni componente del gruppo con la speranza, e con la promessa, che il Futuro ci farà incrociare nuovamente. Ma, in quell’occasione, saremo sicuramente più rinvigoriti nell’animo e con molta più esperienza da poter vantare.

8 e 20: sono i numeri che hanno rappresentato questo Summit ed indicanti il quantitativo di Paesi che hanno composto i due Gruppi degli Stati più industrializzati del Mondo, che da anni discutono su capitoli di portata internazionale e avente per oggetto le materie più disparate.

Tuttavia, il numero maggiormente indicativo per questa esperienza è un altro: 10.
Tanto quanto il numero dei componenti della delegazione giovanile italiana.
Non conoscenti, colleghi o “giovani” Ministri. Ma veri e propri “compagni” di vita.


Fabrizio Ventriglia

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